L’arrampicata è un pò una metafora della vita
“Era un sogno scalare la guglia di Goloritzè… e anche se non sono arrivato in cima, perché devo fare i conti con i miei limiti, sono stati i tre tiri più belli della mia vita”.
Queste sono le parole con cui ho espresso la mia felicità!
Era il 31 agosto 2021 quando mia moglie mi ha detto “ti voglio fare un regalo speciale per i cinquant’anni” e
mi ha proposto di scalare la guglia di Goloritzè. Devo ammettere che non ho esitato un attimo e ho
accettato la sfida, e si trattava di una vera sfida perché ho la sclerosi multipla e cammino a fatica con due
bastoni.
Mi sono allenato per un anno intero in palestra di arrampicata a secco e in parete, sudandomi ogni
movimento. Il fine settimana con Gabry facevamo le simulate su roccia, abbiamo preso freddo, caldo,
vento, pioggia, ma l’obiettivo era sfidante e non potevo farmi trovare impreparato. Un obiettivo zero scuse!
Fondamentale è stata la pratica yoga.
Daniela e Fulvio mi hanno insegnato a respirare, rilassare il corpo, a rispettarlo. Lo yoga ha fatto sì che fossi consapevolmente più presente a me stesso contribuendo così alla
realizzazione del mio progetto.
Ho imparato a lasciar andare e a vivere il qui ed ora.
E quando ero sulla guglia mi sentivo completo.
La sclerosi multipla mi impedisce di sollevare le gambe per cui mi sono dovuto ingegnare. Ho legato alle
cosce due prolunghe in kevlar, in modo da poter tirar su le gambe con le mani e riuscire a progredire. E’
chiaro che la fatica del movimento è notevole ma così sono riuscito a colmare in piccola parte il mio deficit.
L’arrampicata è un po’ una metafora della vita,
devi mettere tutto te stesso per cercare di superare gli ostacoli che la parete ti pone, proprio come nella vita, e quando stai progredendo e vai in difficoltà e non
sai più dove appigliarti, spesso basta spostare lo sguardo in una direzione diversa e trovi un appiglio e la
soluzione adatta a te.
Come nella vita spesso cambi prospettiva e la soluzione è li che ti aspetta.
Il segreto probabilmente è quello di concentrarsi sulle cose che si possono fare e non su quelle che non si
possono più fare. Per tante attività che non posso più fare ce ne sono altrettante dove invece riesco. Non
posso più fare 15km di trekking in tre ore, bene in tre ore farò 1 km e mi godrò ogni singolo passo con il
ritmo che il mio corpo mi permette di tenere.
Non riesco più a scalare sulle difficoltà di prima e nemmeno con la tecnica di prima, ma continuo a scalare,
ci metto più tempo, sono lento, sono goffo, a volte prendo schiaffi, ma la sensazione di lottare per superare
le difficoltà che una via di arrampicata mi pone è esattamente la stessa di prima. Uguale nella vita.
Spero che questo piccolo racconto possa aiutare tutti coloro che lottano ogni giorno contro una malattia o
una difficoltà.
Concludo con un ringraziamento a Gabry che il è fulcro della mia vita e a tutti quelli che mi hanno aiutato
nella realizzazione del progetto. Il ringraziamento più grande però va a me stesso per aver accettato la sfida
e lottato come un leone. Ad maiora
No Comments
Sorry, the comment form is closed at this time.